Il nostro negozio Carucci 1902 si trova in un contesto meraviglioso.
In una delle città più belle del mondo: Roma.
La nostra sede dal 1902, anno di inizio attività, è sempre stata in Via di Ripetta 68.
Via di Ripetta, anche conosciuta più semplicemente come Via Ripetta, infatti fa parte del Tridente, assieme alle più note Via del Corso e Via del Babuino, nel Rione Campo Marzio.
L’area urbana in cui si inserisce ha una storia molto antica come testimoniano l’Ara Pacis e Il Mausoleo di Augusto (I sec. a.C.) e ha attraversato le epoche successive fino ad arrivare ai giorni nostri.
L’altare (=l’ara) è stato ricostruito pezzetto per pezzetto: ha una storia affascinante di ritrovamenti nei secoli, dispersioni, tecniche di estrazione dal sottosuolo, fino allo spostamento dal luogo di origine dietro al Parlamento a quello che noi conosciamo, all’inizio nella teca degli anni ’30, poi trasformata in trasparenza da Richard Meir nel 2006 sul Lungotevere. L’Archeologia e l’Architettura dialogano diventando paesaggio urbano contemporaneo. Ma anche set per le foto di Carucci.
La bellezza di Roma ha fatto sempre da sfondo ai nostri prodotti, il travertino è la nostra light box personale.
All’Ara Pacis c’era anche un obelisco che funzionava da orologio solare. Ora l’obelisco è a Piazza Montecitorio. E le Res Gestae, le tavole bronzee – poi riprodotte, moderne, su pietra – con tutte le azioni di Augusto che resero Roma un Impero.
Passeggiando lì intorno all’Ara Pacis ancora oggi si sente il peso della maestosa grandezza di Roma, della sua bellezza, di una età in cui essere un civis romanus riempiva di orgoglio.
Metafora architettonica della Pax Romana raggiunta sotto Augusto, l’Ara Pacis illustra in parata i grandi del tempo, con stacchi su riti e su miti per farne memoria in un pezzo di Storia. La consacrazione dell’altare avvenne in occasione del compleanno della moglie di Augusto, Livia Drusilla, (9 a.C.) e rappresenta una sorta di fotografia di viventi pensata in anticipo – il tempo di fare l’altare, in tre anni.
Di fronte a dove è oggi l’ Ara Pacis, si erge il Mausoleo di Augusto, un tumolo di terra proprio al lato del Tevere. La sua costruzione inizia nel 28 a.C. Il Mausoleo è circolare, maestosamente pensato come tomba per la famiglia imperiale, negli ultimi anni la natura e la vegetazione sembravano averlo sopraffatto, il “sepolcro sepolto”. Ora si torna a vederlo con un’eclatante apertura (a scavi in corso), rendendo visibile al pubblico anche l’interno: con tutto il substrato a seguire di fortezza medievale, giardini rinascimentali, luogo di scontri di bufale e tori, e teatro/auditorium del secolo scorso.
Tra muri bimillenari c’è tanto da scoprire in ogni anfratto. Pandemia permettendo.
Quando un bene archeologico viene restituito alla cittadinanza è come se venisse alla luce nuovamente, con rinnovate funzioni sociali e civiche. E’ una vittoria per la città, è una vittoria per i Romani. E dentro di me sogno che questa riapertura possa riportare la mia amata città agli antichi splendori che meriterebbe. Spero che possa essere una occasione per riscoprire e per vivere il Centro Storico, a volte dimenticato e abbandonato.
Che la Città torni a vibrare, di cultura, di vita e di poesia.